RINASCO A CAPRI è il primo dato culturale del Convegno junghiano, patrocinato dalla Sezione Napoletana dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica e dalla rivista Tempo d’Analisi. Paradigmi Junghiani comparati, Aracne ed., generosamente ospitato dal Centro Caprense ‘Ignazio Cerio’. Esso vale come segno di rinascita – tema psichico caro a C.G. Jung – e come speranza di trasformazione, radicata nella comprensione del passato, dell’antichità classica, dell’ Umanesimo, del Rinascimento, del Seicento, dell’ Illuminismo: G. B. Vico nasce nel 1668 e muore nel 1744.
Il pensiero clinico di C. G. Jung (1875-1961), storico e insieme attuale, presenta un’oggettiva convergenza con il pensiero vichiano, in particolare per quanto riguarda i temi della psiche collettiva – v. la nozione junghiana di inconscio collettivo – della nascente soggettività, dell’immaginazione, della fantasia.
Non minore è l’affinità constatabile tra Vico e S. Freud (1856-1939), pioniere della psicoanalisi, di cui si ricorda il saggio Il poeta e la fantasia.
Da tale area di riflessione muovono psicoanalisti freud-kleiniani, analisti junghiani, filosofi e cultori esperti del pensiero vichiano, astrologi attenti al simbolismo nella storia del pensiero, per delineare tasselli di conoscenza e ulteriore ricerca in una prospettiva epistemologica specifica e comparata.
Si parlerà della potenza illusoria e reale dell’immaginazione, dell’inesauribile travaglio che caratterizza ogni epoca, ogni individuo. Pensare accomuna e distingue, aiuta a circoscrivere il rischio di chiudersi nell’isolamento, ad apprezzare il riconoscimento della vulnerabilità e preziosità delle linee di confine. Il limite è un necessario argine costitutivo dell’identità, esposto all’erosione operata dalla natura e dalla storia, alla potenza unificante dell’amicizia e dell’amore, alla minaccia catastrofica dell’odio e della guerra.
Il confine, per chi non ami le dittature, è un passaggio al riconoscimento e alla riconoscenza.
Immaginare, a partire dalle esigue, feconde e impegnative fonti di certezza intorno all’identità (costituite, secondo il compianto, insigne genetista L. Cavalli Sforza, da geni, sangue, linguaggio) è una ricchezza immateriale spesso oscurata. I bambini che nascono in un’isola sembrano ancor oggi inclini a credere che l’isola sia il mondo. Per contro ogni isola, se si è capaci di maturazione, è un potenziale tesoro. Ogni isola, per chi giunga ad apprezzare anche il chiarore della veglia, fortificato dal sonno, dal sogno e dalla fantasia, può orientare a contenere la solitudine, concepire la solidarietà, evitare la massificazione, custodire il segreto e il ritmo della poesia accanto all’armonia di una prosa creativa, aperta, come furono aperti Vico e Jung, tra gioie e dolori, alla fantasia, che abita anche nelle scienze esatte. Così, per incanto, può accadere di accostare Ascona, sede della Fondazione Eranos (fondata nel 1933 da Jung) per gli studi sul rapporto tra Oriente e Occidente, e Capri, isola inconfondibile e misteriosa. Può accadere di rinascere a Capri.
A. Vitolo